A est del sole a ovest della luna

Il nocciolo della storia

Si può andare per amore fino in capo al mondo? Pensate che i missionari fanno proprio così.

Lontano lontano, a Nord, dove la terra è coperta di boschi fitti e scuri dove il vento spira gelido, viveva una povera famiglia.
Un tardo pomeriggio nevoso sedevano tutti davanti al camino, in cerca di un po’ di calore.
I figli erano tutti belli, ma la più bella era Lyra, la figlia minore…

Lontano lontano, a Nord, dove la terra è coperta di boschi fitti e scuri dove il vento spira gelido, viveva una povera famiglia.
Un tardo pomeriggio nevoso sedevano tutti davanti al camino, in cerca di un po’ di calore. I figli erano tutti belli, ma la più bella era Lyra, la figlia minore.
Una sera, mentre il buio avvolgeva tutto, qualcuno bussò alla porta della casetta. «Chi è?» chiese il padre, ma non ebbe risposta. Allora si alzò e andò ad aprire.
Insieme ad una ventata gelida comparve sulla porta un gigantesco orso bianco. «Vi ho tenuto d’occhio per tutta l’estate» disse l’orso. «Facciamo un patto. Se mi dai la tua figlia più giovane ti renderò ricco quanto non sai neanche immaginare».
«Questo mai!» protestò il padre.
Ma la buona e dolce Lyra guardò gli occhi scuri e tristi del grande orso bianco e disse: «Non abbiamo più da mangiare. Come sopravvivremo all’inverno? Lasciatemi andare con l’orso».
«Non andare figlia mia!» le disse la mamma. «L’orso è certo un incantesimo».
«Non ho paura, mamma» disse Lyra. Saltò in groppa all’orso che sparì nella notte.
Attraversarono prati e foreste finché giunsero ad una montagna nera ed aspra. L’orso colpì la roccia che si aprì. All’interno c’era un magnifico castello. L’orso diede a Lyra un campanello d’oro. «Se hai bisogno di qualcosa, suona» le disse.
La fanciulla si ritrovò in un bellissimo appartamento e da quel momento ebbe tutto quello che desiderava.
Una sola cosa strana. Ogni notte, sentiva dei passi felpati nel corridoio. Era un giovane uomo che camminava triste trascinando una pelliccia di orso bianco, candida sotto i raggi della luna.
Ogni sera, l’orso veniva a sedersi accanto a lei per sentirla cantare e farsi accarezzare la morbida pelliccia. E, mentre negli occhi gli brillava una scintilla di speranza, le posava la testa in grembo.
Una cosa desiderava però: vedere in faccia il giovane misterioso che camminava nel corridoio. Una notte, prese una candela, l’accese e seguì l’uomo fino alla sua camera. Poi, mentre dormiva, lo illuminò con la candela e vide così lo splendido principe dei suoi sogni. Lo baciò leggermente sulla guancia, ma chinandosi fece cadere tre gocce di cera sulla camicia del giovane, che si svegliò.
«Che cosa hai fatto?» gridò. «La regina dei troll mi ha fatto un incantesimo: di giorno sono orso e di notte uomo. Se avessi trovato una ragazza capace di amarmi per un anno senza vedere il mio volto umano, sarei stato libero! Ora invece devo andare nel castello a est del sole e a ovest della luna e sposare l’orribile regina dei troll».
Con gli occhi pieni di lacrime, Lyra disse: «Verrò con te!». «Puoi provarci» disse tristemente il principe, «ma non mi troverai mai».
Il giorno dopo, il principe e il castello erano scomparsi. Lyra si ritrovò in un bosco con i vestiti poveri con cui era arrivata. «Andrò a Nord, perché è là che vivono i troll» decise.
Camminò per giorni e giorni. Stanca, lacera, affamata, un giorno si sedette sul ciglio di un sentiero. «Non lo troverò mai» si disperava.
«Non dovresti arrenderti così in fretta» disse una vocina leggera leggera. Apparteneva ad una vecchina tutta vestita di verde che si offrì di aiutare la ragazza. «Mi chiamo Madre Natura» spiegò «e ho sentito parlare di te. Ti darò il mio cavallo e tre doni». Poi le consegnò un’arancia, una mela e una pera, tutti d’oro. «Per trovare il castello della regina, cavalca fino a incontrare il Vento dell’Est».
Lyra corse per giorni. Trovò il Vento dell’Est che la portò dal Vento dell’Ovest. Passò poi sulle ali del Vento del Sud che la condusse dal Vento del Nord. «Solo lui conosce la strada per arrivare al castello. È il più forte di tutti noi». Andarono così lontano che anche il Vento del Nord era stremato. Ma arrivarono al castello della regina dei troll.
La regina era orripilante, con i capelli stopposi come paglia, unghie lunghe e gialle e un naso aquilino che le arrivava all’ombelico.
Ma Lyra era coraggiosa e le chiese: «Voglio vedere il principe».
«Cosa mi dai in cambio?» chiese la regina, che era avidissima.
«Gradireste questa arancia d’oro?» La regina la artigliò immediatamente e permise alla ragazza di vedere il principe, ma solo per quella notte. Lyra vide il principe che rimase però profondamente addormentato per tutta la notte.
Il giorno successivo, la ragazza offrì alla regina la mela d’oro, ma anche quella notte il principe non si svegliò. Lyra si ricordò allora della candela e la terza notte, dopo aver dato anche la pera d’oro alla regina, fece cadere tre gocce di cera bollente sul petto del principe che si svegliò all’istante.
Decisero di fuggire. «Questo è l’ultimo giorno che devo trasformarmi in orso» disse il principe. Quando spuntò il sole si trasformò nel gigantesco e terribile orso bianco. Lyra saltò sulla sua groppa e, sbaragliando come foglie al vento le guardie della perfida regina, arrivarono alla riva. Una barchetta li attendeva, i quattro venti, uno dopo l’altro, portarono la ragazza e il suo principe, finalmente libero dall’incantesimo, fino alla fattoria dove adesso viveva la famiglia di Lyra.
Ad aspettarli c’erano Madre Natura e i quattro venti. Prima di salutarli, Lyra chiese: «Per quale ragione tu e i tuoi fratelli mi avete aiutata?»
«Sapevamo del tuo arrivo» rispose il vento «perché tu sei colei che per amore è andata fino in capo al mondo».

Il gioco

tre per tre… parole

Per i più grandi

Puzzle di parole

Da due a quattro giocatori. Ciascuno di loro disegna sul suo foglio un quadrato, che divide poi in nove quadratini più piccoli. A turno, i giocatori pronunciano una lettera, che ognuno di loro scrive in uno dei propri nove quadratini, a scelta. Ogni volta che una lettera viene pronunciata da qualcuno, la si può scrivere in un solo quadratino. Si può pronunciare anche una lettera già scelta da qualcuno in precedenza. Scopo del gioco è riuscire a ottenere nelle proprie nove caselle il maggior numero possibile di parole di tre lettere, in orizzontale o in verticale, anche al contrario o a testa in giù.

Per i più piccoli

Trovate la pecorella a cui pensa il Buon Pastore e poi colorate il gregge.

La preghiera del giorno

Può succedere di passare un brutto periodo.
La mamma dice che questo è proprio
un momento nero:
io vorrei colorarglielo.
Non so come.
Vorrei mettere
un sorriso sul suo viso.
Solo tu, Dio,
puoi trasformare il pianto
in gioia;
solo tu sai consolare,
e portare un po’ di allegria,
in un giorno nero.
Tu, Dio, colori
la nostra vita.
Trasforma la nostra fatica in allegria,
il pianto coloralo di festa.