Perché ci sono i deserti?

Il nocciolo della storia

Nel racconto della Bibbia, Dio crea gli esseri umani modellandoli con il fango della terra. Per questo uomini e natura sono indissolubilmente legati. L’uomo ha bisogno della terra e la terra ha bisogno dell’uomo per prosperare e svilupparsi. Purtroppo gli uomini si dimenticano di quanto sia fragile e delicata la natura e per avidità ed egoismo la mettono in grave pericolo. Non si può più perdere tempo. Bisogna incominciare subito. E da noi stessi.

Che ci crediate o no, al tempo dei tempi, la terra intera era verde e fresca come una foglia appena spuntata: mille ruscelli correvano tra l’erba, e fichi, aranci, cedri e datteri crescevano insieme sullo stesso ramo; il leone giocava con l’agnello e le tribù degli uomini vivevano in pace e non sapevano cosa fosse il male.

Che ci crediate o no, al tempo dei tempi, la terra intera era verde e fresca come una foglia appena spuntata: mille ruscelli correvano tra l’erba, e fichi, aranci, cedri e datteri crescevano insieme sullo stesso ramo; il leone giocava con l’agnello e le tribù degli uomini vivevano in pace e non sapevano cosa fosse il male. All’inizio dei tempi, il Creatore aveva detto agli uomini: «Questo giardino fiorito è tutto vostro, e vostri sono i suoi frutti. Badate, però, che a ogni azione malvagia io lascerò cadere sulla terra un granello di sabbia, e un giorno gli alberi verdi e l’acqua fresca potrebbero scomparire per non tornare mai più».
Per molto tempo, il suo monito venne obbedito e ricordato, finché un giorno due beduini litigarono per il possesso di un cammello, e appena la prima parola cattiva fu pronunciata il Creatore gettò al suolo un grano di sabbia, cosi minuscolo e leggero che nessuno se ne accorse.
Ben presto alle parole seguirono i fatti, e molti nuovi granelli si formarono e caddero, mentre il piccolo mucchio di sabbia cresceva lentamente.
Gli uomini allora si fermarono a guardarlo, incuriositi.
«Cos’è questo, o Signore delle tribù?» chiesero al Creatore.
«Il frutto della vostra cattiveria» rispose lui. «Tutte le volte che agirete ingiustamente, che alzerete la mano su un fratello, che mentirete e ingannerete, un granellino si aggiungerà agli altri. E chissà che un giorno la sabbia non ricopra la terra intera».
Ma gli uomini si misero a ridere.
«Anche se fossimo i più perfidi fra i perfidi, non basteranno milioni e milioni di anni, perché questa polvere leggera riesca a farci del male. E poi, chi può aver paura di un po’ di sabbia?»
Cosi ricominciarono a ingannarsi e a combattersi, uno contro l’altro, tribù contro tribù, finché la sabbia seppellì i pascoli verdi e i campi, cancellò il corso dei ruscelli e cacciò le bestie lontano, in cerca di cibo.
In questo modo fu creato il deserto, e da allora in poi le tribù andarono vagando fra le dune, con tende e cammelli, pensando alla verde terra perduta.
E perché non scordassero mai quel che avevano fatto, il Creatore volle che l’immagine delle piante e delle acque scomparse si presentasse ai loro occhi ogni volta che il rimpianto era più acuto.
È per questo che ogni tanto chi cammina nel deserto sogna anche se è sveglio, e vede cose che non ci sono: laghi azzurri e profondi, grandi fiumi dalle acque chiare, alberi fioriti e greggi che pascolano.
Il viaggiatore allora tende le braccia e vuole raggiungerli e afferrarli: ma davanti a lui non c’è che aria, e la visione subito svanisce.
Questi sogni la gente del deserto li chiama miraggi, e sa che sono stati creati per illudere e punire.
Solo dove gli uomini hanno osservato le leggi sagge del Creatore ci sono ancora palme verdi, frutti d’oro e sorgenti pulite, e la sabbia non può cancellarli, ma li circonda come il mare fa con l’isola.
Luoghi simili i viaggiatori li chiamano oasi, e là si fermano per trovare riposo, acqua fresca e ombra profumata, ricordando ogni volta le parole del Signore delle tribù:
«Non trasformate il mio mondo verde in un deserto infinito!»

Il gioco

salta più lontano

Per i più grandi

Maklot (Israele)

Si posano a terra tre bastoni, disposti parallelamente a un passo uno dall’altro. A turno, i giocatori devono superare i bastoni in tre salti, senza fermarsi e posando sempre solo un piede tra un bastone e l’altro. Chi non ci riesce viene eliminato, i bastoni vengono allontanati un po’ uno dall’altro, il gioco riprende con le stesse regole di prima e così via. Vince chi resta in gioco più a lungo.

Per i più piccoli

L’Oggetto Misterioso

Giocatori: quanti se ne vuole.
Materiale: una scatola e un qualsiasi oggetto.
Svolgimento: il conduttore preparerà una scatola con dentro un oggetto di qualsiasi genere da indovinare. I giocatori dovranno essere in grado, inserendo solo le mani nella scatola, di capire che oggetto c’è nella scatola, in 1 minuto di tempo. Vince il giocatore che avrà indovinato.

La preghiera del giorno

Padre celeste!
Ciò che in compagnia degli uomini,
specialmente nel brusio della folla,
tanto difficilmente si riesce a sapere:
ciò che altrove si è riusciti comunque a sapere
e si dimentica poi così facilmente
per il chiasso della folla,
cioè l’essere uomo e il significato religioso
che quest’esigenza comporta:
fa’ che ci sia dato di saperlo,
e se l’abbiamo dimenticato
che torniamo a impararlo
dai gigli e dagli uccelli.
Fa’ che lo impariamo,
non in una volta sola e tutto insieme,
ma almeno un poco e un po’ alla volta
e che questa volta dagli uccelli e dai gigli
impariamo silenzio, obbedienza e gioia!