Tre piccole civette

Il nocciolo della storia

È sempre meglio fidarsi dell’esperienza dei genitori e degli adulti.

Tre piccole civette vivevano con la loro mamma nel cavo di un albero, in mezzo al bosco.
«Bimbi miei …

Tre piccole civette vivevano con la loro mamma nel cavo di un albero, in mezzo al bosco.

«Bimbi miei, raccomandava mamma civetta, non dovete uscire mai, mai e poi mai, durante il giorno. Le piccole civette escono solo di notte. Mai quando brilla il sole».

«Sì, mamma!»

Un giorno, mamma civetta dovette assentarsi per visitare la suocera ammalata e fece ai suoi tre pulcini le solite raccomandazioni: «I vostri occhioni sono fatti per la notte! La luce del giorno vi abbaglia e non vedete quasi niente. Non vi azzardate ad uscire di giorno, chiaro?»

«Certo, mamma!»

Quella notte passò tranquilla. Le tre piccole civette si accontentarono di rovistare nel frigorifero e far fuori tutte le merendine e le patatine che riuscirono a trovare.

Brontolavano: «Che mamma cattiva ci è toccata! Tutti gli altri escono di giorno e si divertono. Solo noi dobbiamo uscire di notte. Solo noi

Al mattino, un raggio di sole impertinente si affacciò alla porta della casetta nel cavo dell’albero e la prima piccola civetta guardò la seconda e disse: «Proviamo?». La terza piccola civetta guardò le altre due e disse: «Che cosa aspettiamo?»

Tutte e tre volarono fuori del cavo dell’albero per lanciarsi nella luce del sole, vibrante di profumi, di colori e di ronzii, ma dove, ahimè, gli occhi delle civette non servivano molto.

La prima piccola civetta, con un colpo d’ali, si aggrappò al ramo dell’albero più vicino. Sbatté gli occhi un paio di volte, ma un fucile sotto di lei fece bang! Un proiettile gli strappò la più bella penna della coda.

«Chiùchiùchiùchiùùùù» strillò la piccola civetta e schizzò nel cavo dell’albero, senza lasciare al cacciatore il tempo di sparare un altro colpo.

La seconda piccola civetta, confusa dalla gran luce dorata, si posò per terra. Sbatté gli occhi tre volte, ma riuscì a vedere solo una grossa volpe rossa che sbucava da un cespuglio leccandosi i baffi.

«Grrrr gnam gnam» gongolò la volpe.

«Chiùchiùchiùchiùùùù» si lamentò la piccola civetta e spiccò il volo giusto in tempo per raggiungere il cavo dell’albero.

La terza piccola civetta volò più alto che poté e quando si sentì stanca, planò sul ramo più alto dell’albero dove si trovava il loro nido. Di là, anche se a fatica, scorse un grosso gatto selvatico appostato su un ramo sotto di lui. Il gattone stava spiando il cavo dell’albero che era l’ingresso della loro casetta. 

«Chiùchiù pericolo nascondetevi!» bisbigliò la piccola civetta cercando di avvertire le sorelle, che da parte loro si stringevano tremando di paura, nascoste sotto il letto.

Il gattaccio si avvicinava quatto quatto al cavo dell’albero, il cacciatore prendeva di nuovo la mira, la volpe girava sotto l’albero.

La situazione era drammatica. 

Proprio in quel momento si udì un lieve sbattere d’ali. Mamma civetta arrivò e si infilò in un cespuglio spinoso. Ne uscì poco dopo stringendo nel becco una robusta spina aguzza.  Partì in picchiata e con la spina punse il delicato posteriore del gatto selvatico.

«Miauuuuuuuu!» disse il gatto. Cercando di voltarsi e saltare nello stesso tempo, perse l’equilibrio e, rimbalzando di ramo in ramo, atterrò sulla testa del cacciatore.

Il cacciatore, spaventato, lasciò sfuggire il fucile. Il fucile, cadendo, fece bang! E prese in pieno la volpe che si era nascosta dietro un cespuglio.

«Chiù chiù chiù!» fece con sollievo la terza piccola civetta e corse a raggiungere le sorelline nel cavo dell’albero.

Quando mamma civetta entrò in casa trovò i suoi tre pulcini stretti stretti, con l’aria più innocente del mondo.

«Ah, bimbi miei, il giorno è sempre più pericoloso! Ci sono in giro certi farabutti…» 

«Sì, mamma!»

«Ma voi non uscite di giorno, vero?»

«No di certo, mamma!»  Le tre piccole civette non erano mai state così sincere.

Il gioco

Teatrino delle ombre

Per i più grandi

Questa storia è molto gradevole se recitata in un teatrino con marionette d’ombra. Il nostro piccolo teatro delle marionette d’ombra si può realizzare con una scatola di cartone di medie dimensioni: ritagliate il fondo e sostituitelo con 1 foglio di carta velina bianco, fissandolo con del nastro adesivo. Ritagliate anche l’estremità opposta. Con del cartoncino nero disegnare e ritagliate le sagome dei personaggi principali della storia. Fissate la base di ciascuna sagoma su un bastoncino (da spiedini) con del nastro adesivo. Facendo entrare la luce (naturale o con una lampada) nella scatola, verso le marionette (sagome), potrete mettere in scena il vostro spettacolo!

Per i più piccoli

In questo disegno sono nascoste 12 spighe di grano. Trovale tutte!

La preghiera del giorno

Shhh! Tutto si è addormentato.
Le foglie danzano senza rumore.
Rannicchiati nel profondo della terra,
gli animali aspettano che torni la luce.
In un batter d’occhio, il sole tramonta,
la notte ingoia tutto.
Dio mio, Padre mio,
quando il mondo va a dormire,
quando il sonno arriva,
tienimi al caldo
nel profondo del tuo amore.