Il dono di Pepito

Il nocciolo della storia

Il colibrì era il più piccolo e il più sconosciuto, ma ha portato al Bambino un dono bellissimo raccogliendo quello che le creature avevano da offrire. Pensate alla incredibile bellezza dei colori e quanto significano nella nostra vita. Davvero una gran invenzione, inmmenso Dio!

I colibrì sono i più piccoli uccelli del mondo. Pepito era un colibrì davvero minuscolo. Con il suo beccuccio aguzzo succhiava il nettare dei fiori. In questo non aveva rivali. Era molto più veloce delle farfalle e delle api e saettava davanti a loro conquistando sempre i bocconi migliori. Non aveva paura di nessuno perché, piccolo e grigio com’era, si nascondeva dietro le foglie e nessuno si accorgeva di lui…

I colibrì sono i più piccoli uccelli del mondo. Pepito era un colibrì davvero minuscolo. Con il suo beccuccio aguzzo succhiava il nettare dei fiori. In questo non aveva rivali. Era molto più veloce delle farfalle e delle api e saettava davanti a loro conquistando sempre i bocconi migliori. Non aveva paura di nessuno perché, piccolo e grigio com’era, si nascondeva dietro le foglie e nessuno si accorgeva di lui.
Un giorno, Pepito fu svegliato da un grande agitazione. Tutti gli animali si stavano preparando ad un viaggio e impacchettavano regali.
«Noi portiamo miele ultra squisito» si vantavano le api.
«Noi favolose noci di cocco» ribattevano le scimmie.
«Regalerò la mia corona regale» tuonava il leone.
«Noi, i frutti che crescono sugli alberi più alti» sostenevano le giraffe.
«Noi portiamo il canto della buonanotte» trillavano i grilli.
Pepito era strabiliato: «Che succede? Dove andate?»
«Come fai a non saperlo?» squittirono gli scoiattoli che stavano incartando con cura profumate noci di macadamia. «È nato il Re del mondo e noi andiamo a rendergli omaggio. Il viaggio è lungo e dobbiamo seguire la stella!»
Una lunga fila di animali si era già messa in movimento e una stella luminosa li guidava dal cielo. «Vado anch’io!» si disse Pepito e con la sua rapidità, in un attimo arrivò in testa alla colonna. Qui però si ricordò del regalo: «Che cosa può regalare al Re del mondo un uccellino quasi invisibile come me?»
Ai margini di un campo vide un grosso cocomero e gli chiese: «Che cosa posso portare al Re del mondo?»
«Portagli il rosso del mio cuore» disse il cocomero, che si aprì un poco e diede a Pepito il rosso del suo cuore dolce e fresco.
Poco più avanti, il corteo degli animali sfiorò un aranceto e le arance chiesero al colibrì: «Dove vai?»
«A onorare il Re del mondo».
«Noi non possiamo muoverci. Puoi portare a lui il nostro bel arancione?»
Pepito prese il gioioso arancione e ripartì.
Le spighe di un campo di grano frusciarono al vento: «Dove vai, piccolo colibrì?»
«Ad onorare il Re del mondo».
«Portagli, per favore, il nostro caldo giallo».
Pepito si caricò anche il giallo caldo del grano e poi schizzò avanti. Le foglie della foresta che avevano sentito tutto stormirono in coro: «Colibrì, per piacere, porta al Re del mondo il nostro verde che sussurra e tiene compagnia».
Pepito prese anche il verde delle foglie che sussurra e tiene compagnia e ripartì.
Il cielo, che lo teneva d’occhio e aveva sentito tutto, chiese: «Piccolo colibrì, potresti portare in dono al Re del mondo il mio azzurro che rasserena?»
«Certo, grande cielo» rispose Pepito gentile come sempre e afferrò tutto l’azzurro che potè.
Era un po’ appesantito e volava più lentamente, si fermò a riposare sulla riva di un lago profondo, scuro, dai riflessi blu-viola. Quando seppe la meta del viaggio di Pepito, il lago gli propose: «Molti mi evitano per il colore indaco della mia acqua. Potresti portare al Re del mondo il mio indaco che fa pensare?»
Pepito prese anche l’indaco che fa pensare e ripartì. Così carico doveva volare raso terra. Una vocina dolce ed esitante lo chiamò: «Dove vai, piccolo colibrì?»
«A onorare il Re del mondo».
La vocina continuò: «Puoi portare un po’ del mio violetto profumato, come dono al Re del mondo?» La vocina apparteneva ad un fiorellino minuscolo, che si nascondeva in mezzo all’erba.
Così Pepito prese anche il violetto profumato.
Arrivò stremato nella stalla dove stava il Re del mondo, s’infilò tra le gambe di uomini e animali che attorniavano la mangiatoia dove dormiva il piccolo Re e atterrò con un sospirone sulle mani della mamma del Bambino.
«Benvenuto, piccolo colibrì, quanti regali hai portato!» esclamò la mamma del Re Bambino.
Pepito posò nelle sue mani il rosso dolce e fresco, l’arancione gioioso, il giallo caldo, il verde che sussurra e tiene compagnia, l’azzurro che rasserena, l’indaco che fa pensare e il violetto profumato.
La mamma li prese e lesta lesta li cucì facendo una magnifica copertina per il Bambino.
Nella stalla, tutti fecero «Oooh!».
Gli angeli dissero subito: «Ne vogliamo un pezzo da portare in cielo!»
«Va bene» sussurrò la mamma del Bambino. «Ve ne darò una striscia da mettere in cielo e il generoso colibrì porterà per sempre sulle piume il ricordo del suo dono».
Da quel giorno, tutti i colibrì hanno le piume colorate con i sette colori che Pepito portò in dono al Re Bambino. E il cielo ha l’arcobaleno.

Il gioco

il gioco del grazie

Per i grandi e piccoli

Qwidditch da tavolo

Due squadre di cinque giocatori ciascuna. Un conduttore.
Sei bicchieri grossi e pesanti. Due palline da ping pong, una dipinta di rosso e l’altra di verde.
Si coricano su un tavolo sei bicchieri, sparpagliati il più possibile e girati tutti verso il centro. In mezzo al tavolo si posano due palline da ping pong, una dipinta di rosso e l’altra di verde. Due squadre di cinque giocatori ciascuna si dispongono intorno al tavolo, mescolando i giocatori dell’una con quelli dell’altra.
Al «Via!» i giocatori di entrambe le squadre cercano di spingere le palline dentro i bicchieri, soffiando forte. Una delle due squadre deve far finire nei bicchieri la pallina rossa, l’altra la pallina verde. I giocatori non devono assolutamente toccare il tavolo. Chi lo fa (anche involontariamente) esce dal gioco per quindici secondi. Se una pallina cade a terra, viene rimessa in mezzo al tavolo dal conduttore. Quando una pallina entra in un bicchiere, fa conquistare un punto alla squadra a cui appartiene. Man mano che il gioco prosegue, i giocatori possono cambiare di posto intorno al tavolo quando vogliono, purché lo facciano passando dietro (e non davanti!) agli altri.
Vince la squadra che raggiunge per prima i sei punti (tanti quanti sono i bicchieri sul tavolo).

La preghiera del giorno

Mamma e papà fanno di tutto
Perché io sia al sicuro e non corra pericoli;
mi difendono e mi proteggono.
Mamma sa sempre che cosa devo mettermi per non aver freddo,
e cosa devo mangiare per stare bene;
papà sa che strada devo fare
per non attraversare incroci pericolosi.
Con loro non ho paura.
Dio, che è un padre, ha la stessa cura per ogni suo figlio.
Dio rende sicuro ogni mio passo.
Grazie, Dio, perché chi mi ama mi protegge.