Il gallo, il gatto e la volpe

Il nocciolo della storia

Qual è la vera grandezza della persona umana?
Ascoltate queste parole di una grande scrittore:
Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
l’hanno persa e danno la colpa a te,
se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.

Se sai aspettare senza stancarti dell’attesa,
o essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
o essendo odiato, non dare spazio all’odio,
senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;
Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
se sai incontrarti con il Successo e la Sconfitta
e trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
Distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui,
o guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
e piegarti a ricostruirle con strumenti usurati.
Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
e rischiarlo in un unico lancio di una monetina,
e perdere, e ricominciare daccapo
senza mai fiatare una parola sulla tua perdita.
Se sai costringere il tuo cuore, nervi, e polsi
a sorreggerti anche quando sono esausti,
e così resistere quando in te non c’è più nulla
tranne la Volontà che dice loro: “Resistete!”
Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
o passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con la gente comune,
se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
dando valore a ognuno dei sessanta secondi,
tua è la Terra e tutto ciò che contiene,
e – cosa più importante – sarai un Uomo, figlio mio!

Tanto tempo fa, in un immenso impero di là dal mare, viveva un gran re, potente e rinomato in tutto l’universo. Tutti erano sicuri che non potesse esistere un monarca più possente e più ricco. Tanto che perfino il re cominciò a credere di essere l’uomo più grande del mondo.

Tanto tempo fa, in un immenso impero di là dal mare, viveva un gran re, potente e rinomato in tutto l’universo. Tutti erano sicuri che non potesse esistere un monarca più possente e più ricco. Tanto che perfino il re cominciò a credere di essere l’uomo più grande del mondo.
Il sovrano fece perciò proclamare che da quel momento tutti avrebbero dovuto chiamarlo: «Sua Invincibile Magnificenza Grandissima Immensità Infinita Splendente Maestà». E ordinò alle guardie di arrestare chiunque non lo avesse chiamato così.
Un giorno, si presentò a lui il capitano delle guardie. L’ufficiale fece la riverenza e la genuflessione e disse: «O Sua Invincibile Magnificenza Grandissima Immensità Infinita Splendente Maestà, abbiamo arrestato un uomo che si rifiuta di chiamarvi così».
«Portatelo da me!» ordinò il re. Le guardie trascinarono davanti al trono del re un uomo anziano. «Chi sei?» Gli domandò il re.
«Sono solo un vecchio mercante. Vivo con mia moglie in una casetta sulla montagna» rispose il vecchio. «E chi sono io?» Gli domandò il re fissandolo severamente negli occhi.
«Voi siete il re» rispose quietamente il vecchio mercante.
«No!» gridò il re, picchiando furiosamente i pugni sul trono. «Io sono la Sua Invincibile Magnificenza Grandissima Immensità Infinita Splendente, assaissimo Straordinaria e assolutamente Unica Maestà!» «Sire» rispose il vecchio «voi siete davvero un gran re, ma non capisco perché dobbiate avere…» Il re, furibondo, lo fece gettare in prigione.
Un anno dopo, il vecchio mercante fu liberato e tornò a casa. Qualche giorno dopo, le guardie lo portarono di nuovo al cospetto del re. «Quest’uomo rifiuta ancora di chiamarvi correttamente, o Sua Invincibile Magnificenza Grandissima Immensità Infinita Splendente Maestà!»
«Ributtatelo in prigione!» ordinò il re. «Così finirà per imparare come mi chiamo!»
Il vecchio poté lasciare la prigione due anni dopo.
Il re non riusciva a capire perché quell’uomo rifiutava ancora di chiamarlo con il suo titolo regale e decise di spiare lui stesso le parole del vecchio mercante.
Una notte, il re si avvicinò furtivamente alla casa del mercante. Si rannicchiò nell’ombra accanto ad una finestra e sentì il vecchio che conversava con la moglie. Quest’ultima si lamentava amaramente del re.
«Quietati, mia cara» rispondeva il vecchio. «Il nostro re è incline alla collera e alla superbia, ma noi dobbiamo perdonarlo. Da quando ci governa, la pace regna nel nostro paese. La popolazione prospera e le tasse sono ragionevoli. Non ricordi che ha perfino distribuito molte delle sue terre tra i contadini perché ciascuno potesse avere il suo pezzo di terra? Siamo davvero fortunati. Possa il nostro re vivere a lungo, amato e rispettato da tutti!»
Il re, sentendo le lodi del vecchio mercante, fu preso da rimorsi terribili. Entrò nella casa e si inginocchiò davanti alla coppia, invocando il loro perdono per avere causato loro tanti guai.
Il vecchio mercante si inchinò allora profondamente davanti a lui e disse: «Sono molto lieto di vedervi, Sua Invincibile Magnificenza Grandissima Immensità Infinita Splendente Maestà!»
«Assaissimo Straordinario e assolutamente Unico» aggiunse piano piano la moglie.
Sorpreso, il re gli domandò: «Perché, amico mio, non mi hai chiamato così prima di essere ingiustamente imprigionato?»
«Maestà» rispose il vecchio, «solo il più grande degli uomini sa riconoscere le proprie colpe e chiedere umilmente perdono. Oggi, voi meritate veramente tutta la riconoscenza per la vostra grandezza».
Quando il re tornò nel suo palazzo, emanò un nuovo decreto che prevedeva una buona pensione per il vecchio mercante e sua moglie e ordinava di abolire la legge che imponeva di chiamarlo … come era già?

Il gioco

il gioco del grazie

Per i grandi e piccoli

La mica reproductiva (ELSALVADOR)

Un giocatore insegue gli altri che scappano di qua e di là, senza mai uscire dallo spazio delimitato. Il primo giocatore che viene preso si attacca alla mano del compagno, il secondo alla mano del primo e così via, formando una catena sempre più lunga. Quando la catena arriva a essere di sei giocatori, si spezza in due. Saranno ora due i giocatori che cercheranno di acchiappare i compagni rimasti liberi e così via. Il gioco termina quando anche l’ultimo giocatore è stato catturato. Vince chi si diverte di più.

La preghiera del giorno

Gesù ha lasciato la terra per salire in cielo:
ora siede accanto a Dio Padre.
Ma non ci ha lasciati soli; Gesù sarà sempre con noi.
Ora lo Spirito è in mezzo a noi,
vive con noi, soffia su di noi.
Lo Spirito drizza ciò che è storto,
risana le ferite,
bagna ciò che è arido.
Lo Spirito è l’amore di Dio
con noi, per sempre.
Non saremo soli, mai.
Dio ci consola con lo Spirito,
ci perdona nello Spirito.
Dio è con noi.
Ti lodo, Dio, perché hai donato il tuo Spirito al mondo.
Sarai sempre con noi.