Il dono del piccolo angelo

Il nocciolo della storia

Tutti gli esseri umani e in particolare i bambini sono immersi nella bontà di Dio. Questa sera, guardando le stelle, pensate che tutto ciò che esiste è stato creato per amore. E per amore di tutto e di tutti, tocca a noi tenerlo bene.

C’era una volta un piccolo angelo che amava sporgersi dal parapetto del Paradiso e guardare in basso, verso la Terra. Era così lontana che non riusciva a vedere molto, ma continuava ad osservarla ugualmente, perso nei suoi pensieri. Gli altri angeli, curiosi, corsero a riferirlo alla Madonna.

C’era una volta un piccolo angelo che amava sporgersi dal parapetto del Paradiso e guardare in basso, verso la Terra. Era così lontana che non riusciva a vedere molto, ma continuava ad osservarla ugualmente, perso nei suoi pensieri. Gli altri angeli, curiosi, corsero a riferirlo alla Madonna.
Un giorno la Madonna gli si avvicinò e gli chiese dolcemente: “Cosa fai qui, mio piccolo angelo?”
Prendendo il coraggio a due mani, l’angioletto rispose: “Mi piacerebbe scendere sulla Terra”.
“Sulla Terra? Non sei felice qui?»
“Oh, sì, mia signora, ma mi piacerebbe andarci a Natale, con Gesù. Un angelo grande mi ha detto che sulla Terra ci sono dei bambini simili a noi. Vorrei vederli e portare loro qualche giocattolo”.
Poi tacque, senza osare alzare lo sguardo. Se lo avesse fatto, avrebbe visto la Madonna sorridere. Anche così, quando lei si allontanò, il piccolo angelo sentì il cuore pieno di speranza. E quando giunse la Vigilia di Natale, fu l’unico piccolo angelo scelto per accompagnare Gesù. La Madonna in persona gli riempì il cesto di regali, belli da vedere e deliziosi da mangiare. Appena calò la notte, Gesù salutò la madre e, preso per mano il piccolo angelo, parti per la Terra. Gesù non aveva ali, eppure volava più veloce degli angeli, che lo seguivano carichi di regali. Scivolarono lungo la notte scura, lasciandosi dietro una scia di polvere dorata. La Terra si avvicinava, e l’angioletto riuscì a distinguere il mare agitato, poi una foresta di pini, che si stagliavano neri contro la neve, e infine il campanile di un villaggio. Gesù disse: “Ecco il villaggio: troverai molti bambini buoni. Baciali per me, ma gentilmente, in modo che non si sveglino, e lascia loro i doni. Ma quando le prime stelle cominceranno a impallidire, torna veloce in Paradiso”.
Il piccolo angelo promise di obbedire, e Gesù proseguì per la sua strada.
Il piccolo angelo entrò nelle case e vide i bambini addormentati: dai loro visi riusciva a distinguere i buoni dai meno buoni. Sulla fronte dei primi depose un bacio in nome di Gesù, e su quella dei secondi lasciò cadere una lacrima. Non trovò alcun veramente cattivo, ma se fosse successo avrebbe pianto molto.
Quando le prime stelle cominciarono a impallidire il suo cesto era vuoto, e il piccolo angelo si accinse a tornare in Paradiso. Dall’alto, dopo che ebbe spiccato il volo, vide una casetta scura e nascosta, che non aveva notato prima. Speriamo che non ci siano bambini, pensò preoccupato, tornando indietro e spiando dalla finestra. E invece ce n’era uno, addormentato su un mucchio di foglie e riparato solo da una lacera coperta. Il piccolo era così bello che l’angelo si avvicinò per vederlo meglio, e comprese che il bambino era molto buono: diceva le sue preghiere e aiutava la madre povera. Nel sonno tremava dal freddo: in casa non c’era legna per accendere il fuoco né per scaldare una minestra. La madre era andata alla Messa di Mezzanotte per chiedere aiuto a Gesù. Il piccolo angelo vide tutto questo, e mentre frugava nel fondo del cesto le lacrime gli rigavano le guance. Se solo ci fosse stato un frutto, o un dolce, ma non era rimasto più niente. Non aveva nessun dono per lui, tranne il bacio nel nome di Gesù, che il bambino non avrebbe ricordato. Gli angeli hanno il potere di far sognare la gente, ma sarebbe stato crudele far sognare belle cose a questo, per poi lasciarlo, al risveglio, a mani vuote nel freddo pungente. L’angelo rifletté su tutto questo, e dal profondo del cuore chiese aiuto alla Madonna.
Poi, guardando il cielo oltre la finestra, ebbe una magnifica idea: volò veloce verso la prima stella che brillava nel firmamento, e tornò subito dopo, stringendola delicatamente tra le dita. La depose con cautela nel focolare, e da lì la stella illuminò la misera capanna con il suo gioioso splendore, e scaldò l’acqua della pentola, che cominciò a emanare un profumo delizioso. Le stelle conferiscono infatti all’acqua un meraviglioso aroma di latte e miele, cioccolato e altre cose deliziose. L’angioletto abbracciò il bimbo e volò via dalla finestra, perché Dio non permette agli angeli di farsi vedere sulla Terra. Quando si svegliò, il bambino vide la stella splendente nel focolare e sua madre, stupefatta, sulla soglia di casa.
“Penso che un angelo sia volato via di là” disse, indicando la finestra. “Credo di aver visto la punta di una delle sue ali”. La madre capì ogni cosa, perché quello era il giorno di Natale.
Nel frattempo il piccolo angelo stava tornando in Paradiso più veloce che mai: cominciava infatti ad albeggiare. Quando arrivò gli angeli erano tutti intorno alla Madonna, in attesa del ritorno del Figlio.
“Sei quasi in ritardo, mio piccolo angelo” disse Gesù. Ma sorrideva, e l’angelo capì che non era arrabbiato. Mentre attraversava il grande cancello dorato, il piccolo angelo si voltò indietro e si fermò di botto: in basso, nel ricamo di stelle che ornava il cielo blu, c’era uno spazio vuoto. Volando verso l’alto, Gesù non l’aveva notato, ma Dio l’avrebbe visto subito, e avrebbe chiesto con voce severa: “Chi ha fatto questo?”
E il piccolo angelo non avrebbe più potuto tornare sulla Terra a vedere i bambini. Prima, non era riuscito a essere gentile con tutti loro; e poi, per rimediare, aveva osato disfare l’opera divina.
Il piccolo angelo si fermò singhiozzando sulla scalinata, e il suo pianto attrasse l’attenzione della Madonna. Lui non riuscì a spiegare la ragione delle sue lacrime, ma indicò il buco che spiccava nel ricamo di stelle composto da Dio, e la Madonna comprese. Sapeva tutto dei bambini e poté vedere il povero bambino e la madre intenti a mangiare la minestra dal gusto dolcissimo. Staccò una delle stelle che ornavano il suo manto e la porse al piccolo angelo.
“Vai!” Gli disse, “e rimettila a posto. Io ti aspetterò”. E benedisse le sue ali perché potesse volare più in fretta. Poco dopo il piccolo angelo ritornò felice in Paradiso: in basso, vicino alla Terra, brillava la stella della Madonna. Era più bella delle altre, così splendente e luminosa che il Signore di certo la riconobbe. Ma non disse nulla: dopotutto, non era certo il caso di rimproverare la Madonna.
Sulla Terra, anche gli uomini la riconobbero, e la chiamarono Stella del Mattino, Stella Mattutina.
É la prima ad apparire e l’ultima a spegnersi ed è più grande e più bella di tutte le altre, perché è la stella della Madonna.

Il gioco

il gioco del grazie

Per i grandi e piccoli

Giorno e notte

Il conduttore prepara due cartoncini, uno con sopra la luna (da entrambe le parti) e l’altro con sopra il sole (anche questo da entrambe le parti). I cartoncini devono essere abbastanza grandi da poter vedere agevolmente cosa c’è sopra da ogni punto della stanza. I giocatori gironzolano di qua e di là. Quando il conduttore alza cartoncino con la luna, è notte: i giocatori devono muoversi il più silenziosamente possibile. Quando il conduttore alza il cartoncino con il sole, è giorno: i giocatori devono muoversi facendo più rumore possibile coi piedi. Per chi sbaglia: penitenza!

La preghiera del giorno

Dio ci ama dal giorno della creazione,
quando donò acqua e vita,
luce e calore.
Come amò Adamo
oggi ama me;
ha amato Abramo, Mosè…
Davide il re.
Ha amato i profeti, i sacerdoti, gli angeli.
Dio ama Gesù, il Figlio suo.
Tutta la Bibbia racconta
di coloro che sono stati scelti e amati da Dio;
oggi sul libro scrive il mio nome.
Dio mi ama,
Sia lode a Dio che da sempre ama ogni creatura.