Il branco
Il nocciolo della storia
Com’è bello far parte di una banda! Ci si sente più forti, più coraggiosi. Ed è bello avere un gruppo di amici. Ma troppe volte c’è un prezzo da pagare per entrare nella banda. È una cosa perfida e ingiusta quando il biglietto di entrata nel gruppo richiede di rinunciare ai propri valori e a ciò che si crede buono e importante.
«Se vuoi entrare nella nostra banda, lo devi fare!» disse Pietro a muso duro.
Ale fissava la punta delle scarpe. «Non ho mai rubato» mormorò…
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«Se vuoi entrare nella nostra banda, lo devi fare!» disse Pietro a muso duro.
Ale fissava la punta delle scarpe. «Non ho mai rubato» mormorò.
«C’è sempre una prima volta. E una prova di coraggio è una prova di coraggio!»
«Non avere fifa» lo incoraggiò Berni. «Noi distraiamo il vecchio e tu fai sparire il cioccolato in tasca. Dai!»
Ale scrollò le spalle: «Non è una gran prova di coraggio fregare cioccolato a un vecchio».
«Vuoi essere dei nostri, sì o no?» «Sei un vigliacco?»
«Io non sono un vigliacco» rispose Ale. E si diressero tutti e tre verso la piccola bottega che vendeva un po’ di tutto. Il campanello della porta trillò. Il vecchio li guardò da sopra gli occhiali e li salutò con un cenno del capo.
Pietro e Berni finsero di esaminare la merce con aria indolente. Poi richiamarono l’attenzione del bottegaio nell’angolo dei quaderni.
«Quanto costa questo?»
«Cinquanta centesimi»
Nella parte opposta del negozio Ale con mossa rapida fece scivolare alcune confezioni di cioccolato nelle tasche. I ragazzi pagarono il quaderno. Il vecchio regalò a ciascuno una gomma da masticare. Lo faceva con tutti i bambini.
I ragazzini corsero via eccitati. Ai giardini, Ale consegnò il bottino.
«Cioccolato con le nocciole! Grande!»
Lo divorarono. Ale lo trovò spiacevolmente amaro.
«Ora sei dei nostri!» disse Pietro e gli diede un rumoroso “cinque”.
«Io vado a casa» mormorò Ale. Passò la serata a studiare e andò a letto senza discutere.
Il mattino dopo, ebbe un tuffo al cuore passando davanti alla bottega del vecchietto. Alla fine della mattinata di scuola cincischiò con libri e zainetto finché rimase solo, poi entrò nella bottega. Il campanello trillò e il vecchietto lo accolse cordialmente.
Il ragazzino mise una banconota accanto alla cassa.
«Tre tavolette di cioccolato» disse.
«Prendile pure, Ale» rispose il vecchio.
«Le ho già prese ieri, Signore» mormorò il bambino arrossendo. E aggiunse: «Ho dovuto farlo. Era una prova di coraggio…»
Il vecchio prese la banconota e gli diede il resto, come sempre regalò ad Ale una gomma da masticare.
Poi fece un cenno di approvazione con il capo: «La prova di coraggio l’hai superata oggi».
Il gioco
scappa che ti prendo
Per i più grandi
Dracula
Il conduttore impersona la guida di un museo e accompagna i giocatori di qua e di là, illustrando loro le curiosità in mostra: «Qui c’è il letto di Dracula… questo è il tavolo di Dracula… ecco la cucina di Dracula…». A un certo punto grida: «Questo è Dracula!», si gira di scatto e rincorre i giocatori, che scappano di qua e di là. Quando ne ha acchiappati sei, lancia un dado. Se esce il numero uno, la nuova guida del museo sarà il giocatore che è stato preso per primo, se esce due quello che è stato acchiappato per secondo, e così via. Il gioco prosegue nello stesso modo finché si ha voglia di giocare.
Per i più piccoli
Scaricate l’immagine dal sito e colorate Gesù che chiede la condivisione ai primi apostoli.
La preghiera del giorno
Ho due piedi per stare ben saldo.
Due piedi per andare avanti,
due piedi per camminare,
correre, saltare e danzare.
Quando cammino, quando corro,
penso a Te, mio Dio,
e Tu vai sempre d’avanti.