GIANLUCA FIRETTI
testimoni
Gianluca, per gli amici Gian, è nato a Sospiro l’8 Settembre 1994, secondo figlio di Luciano e Laura. Un figlio, un fratello, un bambino. Un ragazzo come tutti gli altri: si impegna a scuola, ama il calcio, tanto da intraprendere la strada del calciatore.
Nel Dicembre 2012, durante una partita, la malattia si manifesta con un dolore alle gambe. In breve peggiorerà.
Durante la malattia l’incontro con Gesù. Gian si rivede in Cristo, diventa l’alter Christus Patiens. È la vita che si manifesta nella sua pienezza proprio quando sta per finire.
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Nel dicembre 2012, a 18 anni, quando studiava per diventare perito agrario, si ammala di tumore (un osteosarcoma). Tutto, nella sua vita, cambia: il rapporto con Dio, con la sua famiglia e con gli altri. Accetta la sua situazione e racconta la sua profonda esperienza di cristiano mostrando come nella lotta si diventa completamente uomini.
Durante la malattia l’incontro con Gesù, Gian si rivede in Cristo, diventa l’alter Christus Patiens, è la vita che si manifesta nella sua pienezza proprio quando sta per finire.
Tramite amici comuni incontra don Marco D’Agostino, con lui parla del Signore, diventa lampada per quel sacerdote da 20 anni, che si converte dinanzi a un ragazzo che ha meno della metà dei suoi anni.
La sua fede, declinata in apertura d’animo, preghiera, accoglienza del progetto di Dio, amicizia condivisa a più livelli, celebrazione dei sacramenti, consigli che dava ai ragazzi giovani come lui, è stata l’arca di salvezza sulla quale ha potuto vivere nella tempesta della sua malattia.
Quando l’ospedale gli ha comunicato la sentenza del suo tumore egli ha dovuto decidere di diventare un vero uomo. Non in un colpo. Giorno per giorno. Ma senza mai tornare indietro. Proprio perché è cresciuto come uomo, la fede ha trovato un terreno fecondo su cui germogliare.
Gian è cresciuto e ha fatto crescere. Aveva fede e l’ha fatta tornare agli altri. Era uomo di comunione e desiderava che ci si amasse. E lo diceva, lo scriveva su WhatsApp, lo manifestava. Quella di Gian, umanamente, è una storia di dolore. Evangelicamente, una storia di grazia e di bellezza. A soli vent’anni ha dimostrato che si può essere abitati da Dio e dagli uomini.
Gianluca è mancato il 30 gennaio 2015. La chiave della fede e la forza della sua famiglia, della comunità cristiana, degli amici sono stati più forti dell’osteosarcoma. Gian è vivo, in Cristo e in noi. La malattia, pur nella sua violenza, finita per sempre.
Era solito dire, dicevano di lui
In fondo – come ho detto con mio fratello ieri sera – noi siamo fatti per il Cielo. Per sempre. Per l’eternità.
Sono prete, ma Gian mi ha convertito.
don Marco d’Agostino
Più la malattia lo mangiava, più la sua anima splendeva.
Amica Valentina
Materiali Utili
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