GIOVANNI
BOSCO
santo
Giovanni Bosco nacque dalle seconde nozze di Francesco con Margherita Occhiena il 16 agosto 1815 e fu battezzato il giorno successivo con i nomi di Giovanni Melchiorre. Giovannino, educato con profondo intuito umano e cristiano dalla mamma, viene però dotato dalla Provvidenza di doni, che lo fanno, fin dai primi anni, l’amico generoso e diligente dei suoi coetanei. Egli fin da fanciullo sentì di aver ricevuto una speciale vocazione e di essere assistito e quasi guidato per mano, nell’attuazione della propria missione, dal Signore e dall’intervento materno della Vergine Maria, che fin dal sogno profetico dei nove anni gli indicano il campo di lavoro e la missione da compiere. Maturerà nel corso della sua intera esistenza con una progressiva incarnazione del ministero sacerdotale secondo una modalità propria: essere segno del buon Pastore per i giovani e per la gente del popolo.
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Giovanni Bosco nacque dalle seconde nozze di Francesco con Margherita Occhiena il 16 agosto 1815 e fu battezzato il giorno successivo con i nomi di Giovanni Melchiorre. Il padre era affittuario dei Biglione e abitava in una loro cascina ai Becchi nel territorio di Morialdo, frazione di Castelnuovo d’Asti. Stroncato da una polmonite l’11 maggio 1817, Francesco Bosco lasciò alle cure della moglie Margherita i suoi tre figli: Antonio, nato nel 1808 dalla prima moglie – Margherita Cagliero – Giuseppe, nato nel 1813, e Giovanni. La famigliola, traslocato in una casetta rustica riadattata ad abitazione, trascorse anni duri in tempi di congiunture sfavorevoli per il mondo contadino. Giovannino, educato con profondo intuito umano e cristiano dalla mamma, viene però dotato dalla Provvidenza di doni, che lo fanno, fin dai primi anni, l’amico generoso e diligente dei suoi coetanei. Tuttavia, date le strettezze familiari e le tensioni con il fratellastro a motivo delle proprie inclinazioni allo studio fu mandato a lavorare come garzone alla cascina Moglia, dal febbraio del 1828 al novembre del 1829. Rientrato in famiglia, grazie all’appoggio del vecchio cappellano don Giovanni Calosso gli fu consentito di proseguire gli studi elementari a Castelnuovo e quelli umanistici nel regio collegio di Chieri. Egli fin da fanciullo sentì di aver ricevuto una speciale vocazione e di essere assistito e quasi guidato per mano, nell’attuazione della propria missione, dal Signore e dall’intervento materno della Vergine Maria, che fin dal sogno profetico dei nove anni gli indicano il campo di lavoro e la missione da compiere. La sua giovinezza è così l’anticipo di una straordinaria vocazione educativa e pastorale. Apostolo tra i compagni, fonda negli anni di scuola a Chieri la Società dell’Allegria. Fin da fanciullo sente la chiamata a conformarsi in maniera perfetta alla figura di Cristo Buon Pastore e questa identificazione maturerà nel corso della sua intera esistenza con una progressiva incarnazione del ministero sacerdotale secondo una modalità propria: essere segno del buon Pastore per i giovani e per la gente del popolo.
Era solito dire
L’educazione è cosa del cuore.
Tutti hanno bisogno della Comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni.
Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo.
Materiali Utili
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