La paura
Il nocciolo della storia
La storia insegna quanto sia pericoloso seguire senza riflettere una “maggioranza” mossa solo dall’emotività. Il leone dimostra che è sempre meglio cercare la verità, anche se questo può essere faticoso.
Per tutta la notte, il vento soffiò con violente raffiche attraverso il bosco. Un coniglietto, terrorizzato dalla bufera, si scavò una nicchia tra le radici di una grande mango e pensò: «E se oggi fosse la fine del mondo?»
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Per tutta la notte, il vento soffiò con violente raffiche attraverso il bosco. Un coniglietto, terrorizzato dalla bufera, si scavò una nicchia tra le radici di una grande mango e pensò: «E se oggi fosse la fine del mondo?»
A questo pensiero, il suo cuore si mise a battere forte: «Ahimè! E che succederà adesso se il mondo è arrivato alla fine?» In quel momento un grosso frutto maturo di mango si staccò dall’albero e pataciac! si spiaccicò al suolo proprio dietro di lui.
Il coniglietto spiccò un gran balzo e, senza voltarsi indietro, si mise a correre gridando: «Aiuto, aiuto! E’ la fine del mondo!»
Cominciò così una folle corsa attraverso il bosco. Incontrò un altro coniglio:
«Che succede? Dove corri così in fretta?»
«La Terra sta esplodendo!» urlò il coniglietto senza fermarsi.
«Aspettami, allora, vengo con te!»
E il secondo coniglio si mise a saltellare anche lui tra pietre e radici. Tutti e due passarono a gran velocità davanti ad un terzo coniglio.
«Perché andate così di fretta?» domandò il terzo coniglio.
«Corri, corri, è arrivata la fine del mondo!» gridarono i due conigli, correndo all’impazzata.
Ben presto dieci, venti, cento conigli correvano in fila indiana attraverso il bosco. Fino alla grande foresta.
Incrociarono un serpente. «Dove correte?» sibilò.
«Non hai sentito? E’ la fine del mondo!» esclamarono in coro i conigli.
«Allora, aspettatemi! Vengo con voi». E cominciò a strisciare dietro ai conigli. Passarono davanti ad un altro serpente. «Dove state andando?» domandò.
«E’ la fine del mondo!» gridarono gli animali terrorizzati. E il serpente si infilò dietro di loro, seguito ben presto da altri mille serpenti.
Un po’ più avanti, incontrarono un orso. «Che cosa fate?» grugnì l’orso.
«Scappa, è la fine del mondo!» urlarono tutti in coro.
L’orso, spaventato, si lanciò dietro di loro seguito da tutti gli orsi della foresta. Videro allora un elefante. «Dove scappate?» barrì l’elefante. «Corri, è la fine del mondo!» strillarono gli animali in fuga. L’elefante si unì a loro seguito da tutti gli altri elefanti. Ben presto le zebre, le giraffe, le gazzelle, prese dal panico, correvano a perdifiato, distruggendo la maestosa foresta al loro passaggio.
Un leone udì la gran baraonda e uscì dalla sua tana. «Che cosa succede?» ruggì con tutte le sue forze. Ma gli animali, troppo spaventati per arrestarsi, continuarono la folle corsa strepitando: «Salvati, è la fine del mondo!»
Il leone era l’animale più anziano della foresta, comprese subito che stava per accadere una vera tragedia: gli animali si stavano precipitando a occhi chiusi in un profondo precipizio che si apriva poco distante. Se nessuno fermava la loro folle corsa sarebbero morti tutti.
Il leone li raggiunse e lanciò un ruggito tale che tutti gli animali si immobilizzarono.
«Dove correte senza pensare?» domandò con voce severa.
«Speriamo di scappare dalla fine del mondo» risposero gli animali tremando.
«Chi vi ha rivelato una catastrofe di questo tipo?»
«Sono state le giraffe!» affermarono le gazzelle. «No. Sono state le zebre!» replicarono le giraffe. «Gli elefanti!» protestarono a loro volta le zebre. «Nossignore!» gridarono gli elefanti, indicando gli orsi con la proboscide. «Niente affatto!» grugnirono gli orsi. «Sono stati i serpenti!».
«Bugiardi!» sibilarono i serpenti. «Sono stati i conigli!».
«No.» dissero i conigli scuotendo le lunghe orecchie. «Noi non ne sappiamo niente. Ma lui ha visto la Terra esplodere».
Tutti gli occhi si concentrarono sul coniglietto.
«Ne sei sicuro?» domandò il leone.
«Sì» rispose il coniglietto tremando. «Ero nascosto tra le radici di un mango, quando di colpo ho sentito un rumore spaventoso e la terra si è messa a sussultare.
«Portami dov’è successo» ordinò il leone e lo invitò a salirgli sulla schiena. Percorsero rapidamente la distanza che li separava dall’albero. E là, di fianco alle radici dove stava nascosto il coniglietto, scoprirono un grosso frutto di mango maturo spiaccicato sull’erba secca.
«Ecco quello che hai chiamato fine del mondo!» disse il leone indicando il frutto con la sua possente zampa.
Il coniglietto, pieno di vergogna, partì subito per rassicurare tutti gli abitanti del bosco e della foresta. Gli animali tornarono a casa con la testa bassa: i conigli nelle loro tane, gli orsi nelle caverne, i serpenti tra le rocce…
E il coniglietto ritornò sotto il grande mango.
Il gioco
il gioco del grazie
Per i grandi e piccoli
Calcia la lattina
Da giocare all’aperto. Con il gesso, tracciate un cerchio in terra intorno a una lattina vuota e scegliete un inseguitore.
Tutti corrono a nascondersi, mentre l’inseguitore, accanto alla lattina, conta a occhi chiusi fino a 50.
Poi l’inseguitore grida: Arrivo, e cerca gli avversari nascosti. Senza farsi vedere, gli avversari cercano di raggiungere la lattina e di calciarla. Chi ci riesce è libero e si nasconde di nuovo, mentre l’inseguitore risistema la lattina.
Se l’inseguitore vede un avversario, cerca di arrivare per primo alla lattina. Se ci riesce, la calcia e grida il nome del compagno, che la rimette a posto e rimane prigioniero nel cerchio finché un altro compagno calcia la lattina e lo libera (insieme agli eventuali altri prigionieri). Il liberatore risistema la lattina e scappa.
II gioco finisce quando l’inseguitore ha catturato tutti insieme. L’ultimo catturato diventa inseguitore.
La preghiera del giorno
Gesù ti sto aspettando, voglio dirti di non tardare.
Ti sto aspettando, tu mi vieni a cercare.
Ti aspettano i bambini che hanno fame; porta loro il pane.
Ti aspettano le persone che soffrono; dona loro la cura e la consolazione.
Gesù ti sto aspettando, voglio dirti di non tardare.
Ti sto aspettando,
tu mi vieni a cercare.
Sto aspettando il tuo abbraccio forte.
La tua tenerezza colma miei giorni.